
Warren Buffett è quasi unanimemente considerato il più grande investitore di tutti i tempi ed è, certamente, il più rispettato e ascoltato di sempre. Le sue lettere annuali agli azionisti di Berkshire Hathaway, la holding di cui è amministratore delegato e presidente da oltre mezzo secolo, sono attese come encicliche papali nel mondo della finanza e non solo. Possiamo riassumere la leggenda Warren Buffett con questi numeri: acquistò le sue prime azioni Berkshire Hathaway nel 1962 a 7,5 dollari l’una; oggi un’azione di Berkshire Hathaway vale circa 800.000 dollari, ovvero oltre 100.000 volte di più, un 22% circa di rendimento composto annuo per 60 anni. Un successo mostruoso per un periodo di tempo incredibilmente lungo.
Ma dove nasce un’impresa così straordinaria e perché si tratta di qualcosa di sostanzialmente irripetibile?
Sulle strategie di Warren Buffett sono state scritte montagne di libri, report, paper, articoli e ogni altro genere di contenuto. Sulla carta sembra tutto estremamente semplice, persino banale: investi sempre pensando al lungo termine, non acquistare mai azioni che non saresti disposto a detenere per sempre, compra quando tutti gli altri vendono in preda al panico e sii cauto quando tutti gli altri comprano a man bassa, scegli ottime aziende a prezzi decenti piuttosto che aziende decenti a prezzi stracciati.
Ma se è così facile, allora perché non siamo tutti miliardari?
Iniziamo col dire che Warren Buffett si nasce e molto difficilmente lo si diventa. Uno dei suoi principali punti di forza come investitore è il suo sovrumano controllo delle emozioni. Tutti sanno che il mercato azionario sale e scende continuamente: non bisogna farsi prendere troppo dall’euforia quando sale, non bisogna abbattersi e farsi prendere dal panico quando scende. Buffett ha vissuto oltre mezzo secolo di bolle speculative, crisi finanziarie epocali, tensioni geopolitiche che avrebbero potuto portare all’estinzione del genere umano, crisi economiche e rivoluzioni industriali e tecnologiche senza precedenti, ha visto andare in fumo quasi la metà del valore delle sue azioni nel giro di pochi mesi e le ha viste salire a nuovi massimi mentre tutto il resto del mercato crollava. In tutto questo, Buffett ha sempre mantenuto i nervi saldi, continuando a fare scelte coerenti, come se tutto il resto (incluso il suo stesso patrimonio) non lo riguardasse. Pensa a come ti sentiresti dopo aver perso oltre il 40% di tutto il tuo patrimonio in pochi mesi, in un contesto di crisi globale senza precedenti e senza alcuna garanzia di recupero: se credi che continueresti a sorseggiare la tua Coca-Cola e a leggere bilanci societari come se nulla fosse, potresti essere il nuovo Warren Buffett; se invece credi che avresti bisogno di assistenza medica e di supporto psicologico per i successivi 20 anni, allora sei molto più simile alla Redazione di XKÉ Blog e al 99,9% degli esseri umani.
Un altro motivo per cui non sarai mai come Warren Buffett è che non dedicherai mai, come lui, 5-6 ore al giorno allo studio di bilanci, rapporti aziendali e analisi di mercato per i prossimi 70 anni. Soprattutto, non avrai mai il suo talento innato nel vedere il potenziale di un’azienda prima che lo faccia il mercato o, talvolta, persino prima dell’azienda stessa.
Infine, non sarai mai come Warren Buffett, perché per avere il suo successo dovresti essere Warren Buffett. No, non è un cortocircuito logico, ma la pura verità. Warren Buffett ha costruito nel corso dei decenni la sua immagine di infallibilità, che gli è valsa anche il soprannome di Oracolo di Omaha. Questa sua fama quasi mistica gli ha permesso di incidere direttamente sulle scelte operative e strategiche delle aziende che compongono la sua holding e, soprattutto, di godere di una fiducia quasi inesauribile da parte dei mercati che, sempre più spesso col passare del tempo, premiano le azioni Berkshire Hathaway anche quando i fondamentali non sembrerebbero giustificare tanto ottimismo. Ad esempio, tra il 19 febbraio e il 7 aprile del 2025, il principale indice azionario statunitense ha perso quasi il 20% del suo valore, mentre Berkshire Hathaway guadagnava circa il 2%, nonostante Apple, American Express, Bank of America e Coca Cola, che costituiscono circa la metà dell’intero patrimonio di Berkshire Hathaway, abbiano perso cumulativamente oltre il 20%. Con il senno di poi si può sempre trovare qualche giustificazione stiracchiata che giustifichi qualsiasi movimento di prezzo, ma forse in questo caso la spiegazione più semplice è anche la più corretta: ormai, quando regna l'incertezza, tutti corrono da zio Warren sperando che tiri di nuovo fuori qualche coniglio dal cilindro.
Quindi, la cattiva notizia è che non avrai mai un patrimonio di alcune centinaia di miliardi di dollari, ma c’è anche una buona notizia: non serve essere Warren Buffett per raggiungere i tuoi obiettivi e gestire le tue finanze in modo oculato e proficuo. Segui le nostre guide per iniziare a costruire la tua indipendenza finanziaria.
Per approfondire

“La filosofia del “value investing” di Benjamin Graham, che tutela l’investitore dagli errori più gravi e gli insegna a sviluppare strategie a lungo termine, ha fatto dell’Investitore intelligente la bibbia del mercato azionario fin dalla sua prima pubblicazione”

“Ogni giorno milioni di investitori, dilettanti e professionisti, provano che non puoi battere il Mercato. Poi c'è Warren Buffett”