
Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici (lantanio, cerio, praseodimio, neodimio, promezio, samario, europio, gadolinio, terbio, disprosio, olmio, erbio, tulio, itterbio, lutezio, scandio, ittrio) fondamentali per la tecnologia moderna. Si trovano in quantità relativamente abbondanti nella crosta terrestre, ma sono difficili da estrarre e raffinare e per questo sono molto preziosi.
Le terre rare sono essenziali per la produzione di:
- Smartphone, tablet e computer
- Auto elettriche e ibride
- Turbine eoliche e pannelli solari
- Televisori e schermi LED
- Missili, radar e altre tecnologie militari
Ad esempio, il neodimio è usato per creare supermagneti per i motori elettrici, mentre l’europio è importante per produrre colori vivaci nei display.
La Cina detiene oltre il 60% della produzione mondiale di terre rare e ha usato questo vantaggio come leva geopolitica. Questo ha spinto molti Paesi (come gli USA, il Giappone e l’UE) a cercare alternative, nuovi giacimenti e soluzioni per riciclare questi materiali.
Proprio perché indispensabili in molti settori chiave, dalla green economy alla difesa, le terre rare sono considerate una risorsa strategica. Chi le possiede o le controlla si assicura anche potere economico e politico.
Quindi, tutti vogliono le terre rare perché sono indispensabili per la tecnologia e l’energia del futuro, ma sono risorse limitate, difficili da lavorare e concentrate in poche zone del mondo. Per questo sono diventate il nuovo “oro del XXI secolo”.
Per approfondire

“La parola d’ordine di questo secolo è transizione energetica. Ma cosa comporta davvero il passaggio da un mix energetico centrato sui combustibili fossili a uno basato sulle fonti rinnovabili?”

“In questo libro, costato anni di indagine e ricerche condotte sul campo e in tutto il mondo, Guillaume Pitron racconta il lato oscuro della transizione energetica e digitale, i rischi geopolitici che stiamo correndo e persino il disastro ecologico che l’estrazione e lo sfruttamento indiscriminati di queste risorse rischiano paradossalmente di causare nei paesi produttori”